Campeggio 1° Superiore – 2019

Sabato 13 luglio 45 ragazzi e ragazze di 1° superiore insieme a don Andrea, Enrico, Gianna, Alessia, Michele, agli educatori, Giulia, Teresa, Gabriele, Mattia, Filippo e ai cuochi Alberta, Rosi, Guido e Elena, sono partiti anche loro alla volta di Gisse in Valle Aurina

Sicuramente una bella opportunità di crescita educativa e di fede. Alcuni giorni di vita comune fatti di ingredienti semplici: passeggiate, gioco, preghiera condivisa, attività di gruppo. Giorni per scoprire la presenza di Dio nella bellezza del Creato e sul volto degli amici.

Buon campeggio a TUTTI !!

OSCAR E LA DAMA IN ROSA

“Ogni giorno guarda il mondo come se fosse la prima volta”

Caro Dio, grazie di essere venuto a farmi visita.
Quando mi sono svegliato ho pensato che avevo novant’anni e ho girato la testa verso la finestra per guardare la neve.
E allora ho indovinato che venivi. Era mattino. Ero solo sulla terra. Era talmente presto che gli uccelli dormivano ancora, che persino l’infermiera di notte aveva dovuto schiacciare un pisolino e tu cercavi di fabbricare l’alba. Facevi fatica, ma insistevi. Il cielo impallidiva. Tingevi l’aria di bianco, di grigio, di azzurro, respingevi la notte,risvegliavi il mondo. Non ti fermavi. È stato allora che ho capito la differenza tra te e noi: tu sei un tipo infaticabile! Uno che non si stanca: ed ecco il giorno ed ecco la notte! Ed ecco la primavera ed ecco l’inverno! Ed ecco Peggy Blue ed ecco Oscar ed ecco Nonna Rosa! Che salute di ferro!
Ho capito che eri qui e mi rivelavi il tuo segreto: ogni giorno guarda il mondo come se fosse la prima volta. Allora ho seguito il tuo consiglio con impegno. La prima volta. Contemplavo la luce, i colori, gli alberi, gli uccelli, gli animali. Sentivo l’aria che mi passava nelle narici e mi faceva respirare. Udivo le voci che salivano nel corridoio come nella volta di una cattedrale. Mi trovavo vivo. Fremevo di pura gioia. La felicità di esistere. Ero incantato.
Grazie Dio di aver fatto questo per me. Avevo l’impressione che mi prendessi per mano e che mi conducessi nel cuore del mistero a contemplarlo. Grazie .”
“Ho usato il regalo natalizio di nonna Rosa. È una pianta del Sahara che vive tutta la sua vita in un solo giorno. Non appena il seme riceve dell’acqua germoglia, diventa stelo, mette le foglie, fa un fiore, produce dei semi, avvizzisce, si appiattisce e , puff, la sera è morto. […] È piuttosto gracile e striminzita, non ha nulla di un baobab, ma ha fatto valorosamente tutto il suo lavoro di pianta, come una grande, davanti a noi in una giornata, senza fermarsi.”
“Quello che penso io, Nonna Rosa, è che l’unica soluzione per la vita sia vivere”