Per entrare in Quaresima

Quest’anno cominciamo la Quaresima in modo strano, o meglio, durante giorni particolari, che ciascuno sta vivendo a modo suo.

Proprio ieri nel Vangelo Gesù poneva ai suoi discepoli questa domanda: “di che cosa stavate discutendo lungo la strada?”… beh, per noi non sarebbe così difficile rispondere: da 4-5 giorni almeno la metà dei discorsi sono sul Corona virus. I discepoli invece stavano discutendo tra loro su chi fosse il più grande.
Forse non c’è molta distanza tra questi temi. Anche il nostro mondo occidentale è andato così in crisi (fino al delirio) perché da un bel po’ di tempo cerca e pensa di essere grande; siamo preoccupati infatti di riprendere prima possibile il controllo, di rimuovere in fretta la fragilità, di ritrovare una cosiddetta “normalità”.

Bene! L’inizio della quaresima con il suo “convertitevi e credete nel Vangelo” o il più antico “ricordati che sei polvere” può essere una chiave di lettura preziosa anche per questi giorni.
Siamo fragili, bisognosi per natura, tentati dalla sfiducia, dalla paura, dal desiderio di controllo (tutto questo ci verrà ricordato anche domenica prossima nella narrazione delle tentazioni); eppure possiamo attraversare queste cose affidandoci alla buona notizia del Vangelo, affidandoci, come Gesù, a una relazione.

Ogni anno si vive la Quaresima anche per entrare nel deserto. E il deserto non è un tempo cronologico o liturgico, ma anzitutto esistenziale, che arriva quando vuole… e ce ne sono altri oltre Corona virus. Il deserto è il luogo dove manca qualcosa (o quasi tutto); dove viene fuori chi siamo, che speranza abbiamo, come accogliamo la fragilità, la nostra “vera normalità” che è quella dell’auto-insufficienza… che altri popoli conoscono molto meglio di noi.

Sapete cosa fa Gesù di fronte alle preoccupazioni dei discepoli (e alle nostre)? Prende un bambino, lo mette in mezzo, lo abbraccia e parla di accoglienza.
Potrebbe essere un bel modo di vivere questo “deserto”, la Quaresima di quest’anno: come bimbi svezzati in braccio alla mamma (dice il salmo).
Aprire gli occhi e scoprire anche nel deserto che c’è qualcuno che ci porta, che non siamo soli.
Provare un po’ (come a volte ci ricorda il Papa) a prenderci in braccio gli uni gli altri.
Imparare, anche a fronte dei piccoli disagi di questi giorni, che non tutto è importante o urgente allo stesso modo o che tante cose, che sembrano scontate, non lo sono.

Ecco qui le tre “opere” della quaresima: la preghiera, la carità, il digiuno.

Potrebbe essere molto utile (e non è una cosa da bambini) provare a scegliere un piccolo atteggiamento concreto che ci aiuti a curare la relazione con Dio, con gli altri e con le cose; qualcosa che ci faccia bene, che sia appunto un antivirus alla paura e porti un frutto di speranza e di pace in me e nell’altro.

Don Paolo e don Andrea

Il Mercoledì delle ceneri Chiesa Grande sarà aperta dalle 8.30 alle 12.00 e dalle 17.30 alle 19.30 per la preghiera personale. Ci sarà la possibilità di ricevere il segno delle ceneri e di confessarsi.

Preghiera nelle case Mercoledì delle Ceneri

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