GREST 2018

SECONDA SETTIMANA

Lo sapevo… c’è del buono nel tuo cuore: devi solo fidarti di me

Kuzco pensa solo a se stesso e per soddisfare i suoi desideri “passa sopra” a tutti coloro che lo circondano. Pacha è sincero con lui, non gli nasconde la verità sul suo comportamento. Le persone che ci vogliono bene non ci nascondono la verità e sono sinceri, accettano i nostri difetti e ci indicano la strada per migliorare. Anche Gesù ha molto a cuore la Verità, è sempre molto schietto con le persone che incontra, dice le cose come stanno, anche quando sembra possano fare male: non nasconde la verità, perché sa che prendere consapevolezza dei propri limiti ci rende liberi di migliorarci, di dare il meglio di noi stessi, di cambiare. Se non riconosciamo i nostri difetti ne rimaniamo schiavi.
“Ti devi fidare!”: grida Pacha a Kuzco per salvarlo. Pacha non lascia da solo Kuzko, nonostante Kuzko voglia intraprendere il viaggio di ritorno da solo, ma gli richiede un atto di abbandono, un atto di fiducia nei suoi confronti. I discepoli non si fidano del tutto di Gesù, non sono convinti del tutto che Lui voglia il loro bene, dubitano di lui: d’altra parte si trovavano in una situazione difficile, è normale che abbiano avuto paura, c’era una tempesta terribile… anche a noi è capitato sicuramente di trovarci in una “ tempesta”, in un momento di difficoltà, di sofferenza, di solitudine e di dubitare, di sospettare dell’ amore delle persone che abbiamo vicino, dell’ amore di Gesù. Gesù in questi momenti ci dice “ Non abbiate paura! Io sono con voi!”
Kuzko torna sui suoi passi, si pente, si accorge di aver sbagliato e di potersi fidare di Pacha
Kuzko è cambiato, non è più la stessa persona: la sua follia è guarita, il suo cuore si è trasformato, i suoi desideri sono cambiati: rinuncia a Kuzkotopia perché ha scoperto che non può dargli la felicità. Ha scoperto che per essere felice ha bisogno prima di tutto degli altri, con i loro pregi ed i loro difetti, ha bisogno del loro aiuto, dellla loro amicizia, del loro perdono. Quel vecchietto che Kuzko aveva calpestato solo perché rompeva il ritmo delle sue abitudini adesso lo ammonisce “ Smettila di essere così severo con te stesso: è tutto perdonato”: è bello sentirsi perdonati gratuitamente, soprattutto quando non ci sentiamo meritevoli di questo perdono, soprattutto quando sappiamo di “averla fatta grossa”. E’ quello che capita al figlio minore della parabola quando torna a casa: che stupore, che gioia, che sollievo nel vedere un padre che, nonostante tutto, lo aspetta a braccia aperte, con il sorriso, con un bacio, con tanto affetto, con la voglia di andare avanti e di fare festa insieme!

 

PRIMA SETTIMANA

Chi oggi è il tuo re?

Il nostro re oggi è spesso il denaro o il successo, a volte ci facciamo noi stessi re della nostra vita o eleviamo a questo ruolo una persona, un’ideologia o peggio ancora una cosa (Kuzcotopia), una passione.. Sono tutti re di un regno destinato a cadere, perché tutto passa. Il regno di Dio, invece, non è di questo mondo e se la nostra vita ruota intorno a Cristo, niente di ciò che siamo e facciamo sarà perduto.
Izma e  Kuzco credono di trovare la felicità nel possesso delle cose, nel potere o nel divertimento soltanto. Gesù, che conosce i veri desideri del nostro cuore e che ci vuole bene, ci ricorda che l’avidità, la smania di possedere queste cose è inutile, è vana perché queste sono cose che passano, che non ci donano la vera felicità. Alla fine della vita ciò che conta e ciò che resta è l’amore che abbiamo ricevuto e che abbiamo dato.
Kuzko pensa di potersi salvare da solo, senza l’ aiuto di quel “villico lagnoso” di Pasha; si sente superiore a Pasha, lui, l’ imperatore intelligente, potente, Pasha un semplice contadino, ignorante, debole. Il fariseo sta in piedi davanti a Dio, perché si sente “ a posto”, si sente alla sua altezza, pensa di essere nel giusto perché rispetta tutte le “buone regole” della sua religione; si rivolge a Dio giudicando gli altri che ritiene ladri ed ingiusti, inferiori a lui : forse pensa di non aver bisogno degli altri, né tantomeno del perdono di Dio. Gesù dice che il pubblicano viene “ giustificato”, viene “reso giusto” da Dio non perché è perfetto, non perché segue le regole alla perfezione, ma perché abbassa lo sguardo, non si sente superiore agli altri, si sente piccolo, debole, bisognoso del perdono, dell’ amore di Dio.