Il Percorso

ANNO PASTORALE 2021-2022
Percorso per famiglie e adulti

Mi fu rivolta questa parola del Signore: «Che cosa vedi, Geremia?». 
Risposi: «Vedo un ramo di mandorlo».
Il Signore soggiunse: «Hai visto bene, poiché io vigilo sulla mia parola per realizzarla». 
Mi fu rivolta di nuovo questa parola del Signore: «Che cosa vedi?».
 (Geremia 1,11-13)

In ebraico il mandorlo è chiamato ‘colui che veglia’, il primo risvegliato dall’inverno, colui che ha gli occhi attenti, che fiorisce anche quando ancora punge il gelo. Quello che Geremia vede non è un fiore del ramo nella bella stagione, ma nel momento più duro dell’anno, quello delle gelate improvvise.

Dobbiamo avere occhi attenti ai segni che sono già dentro l’inverno, saper cogliere ciò che nasce dal passaggio verso la primavera. […]  Vivere non è solo una crescita continua, ma anche la capacità di aderire alla vita nonostante ciò che la contraddice, le sue paure, le sue crisi, i suoi momenti di apparente sterilità. […] In ogni momento di crisi Dio ci chiede di partire dai frammenti e dai dettagli per riprendere il cammino e la nostra dignità. Ci chiede una vera partecipazione al mistero della vita. Germi di novità sono nell’aria, ma scendono soltanto dove trovano una terra fertile. I germi di novità sono la bellezza e la tenerezza, il perdono e la fedeltà ad ogni giorno: fragili gesti che hanno la forza di rimettere in piedi la nostra vita. Fedeltà ad ogni giorno vuol dire esserci, stare dentro la concretezza della vita. (d. Luigi Verdi)

Sarebbe bello che quest’anno fermassimo l’attenzione sulla domanda del Signore: che cosa vedi? Che cosa vediamo quando guardiamo alla nostra vita, alla nostra vocazione, a ciò che ci circonda? Che cosa vedi tu? Con che sguardo approcci la realtà?

La Chiesa intera ha appena cominciato un cammino sinodale che vorrebbe iniziare proprio dall’ascolto… dal chiederci “che cosa vediamo?”. Così si esprimeva Papa Francesco alcuni giorni fa parlando ai fedeli della diocesi di Roma:

Come sapete – non è una novità! –, sta per iniziare un processo sinodale […] Questo itinerario è stato pensato come dinamismo di ascolto reciproco, voglio sottolineare questo: un dinamismo di ascolto reciproco, condotto a tutti i livelli di Chiesa, coinvolgendo tutto il popolo di Dio. […] Ascoltarsi; parlarsi e ascoltarsi. Non si tratta di raccogliere opinioni, no. Non è un’inchiesta, questa; ma si tratta di ascoltare lo Spirito Santo, come troviamo nel libro dell’Apocalisse: «Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese» (2,7). Avere orecchi, ascoltare, è il primo impegno. Si tratta di sentire la voce di Dio, cogliere la sua presenza, intercettare il suo passaggio e soffio di vita.

Anche noi potremmo dedicare quest’anno ad ascoltare insieme la voce dello Spirito. Ma dove e come parla lo Spirito? Non esiste un’unica risposta, ma sicuramente il Signore ci parla anche in quello che viviamo. Ciascuno di noi, a volte quotidianamente, raccoglie parole, fatti e immagini che provocano, interpellano, consolano e che suscitano delle “mozioni” interiori e anche emozioni. Forse potremmo partire proprio da qui, dai frammenti e dai dettagli: da una frase detta da un figlio, da un racconto di una coppia di amici, da un episodio sul lavoro che ci ha fatto pensare, da una cosa che ho notato nella comunità… Non per parlare di tutto e di niente, né per condividere le nostre teorie o tirare conclusioni, ma proprio per metterci in ascolto, per cercare i germogli anche negli inverni e per intercettare il soffio della voce di Dio.

Certo senza la sapienza e la misericordia che la Parola ci donano rischiamo di fermarci ad una analisi sociologica, perciò sarà importante fare questo tentativo in un clima di preghiera e, se vogliamo ascoltarci veramente, farlo a piccoli gruppi.

Prepareremo una traccia che ci aiuti a vivere un dialogo alla luce della Parola partendo dalla nostra esperienza di vita. Questa traccia potremmo usarla sia in parrocchia nella sera dell’incontro, dividendoci in gruppi, sia a livello domestico invitando qualche amico (pensiamo soprattutto alla famiglie con bambini che fanno ancora fatica in questo tempo ad uscire e mescolarsi a tante persone e che potrebbero trovarsi in gruppi più piccoli o in casa o negli spazi parrocchiali).

Credo che, mettendoci in ascolto della realtà, possiamo trarre qualche luce, qualche criterio o qualche intuizione che diventino azioni, proposte o attenzioni da raccogliere e condividere sia per le nostre famiglie che per le nostre comunità. Non basta infatti riconoscere, ma occorre anche interpretare e scegliere.

Ci state? Se avete letto fino qua è già un segno di grande disponibilità.

I primi due appuntamenti sarebbero sabato 6 novembre e sabato 4 dicembre alle 18.00 in S. Teresa. Per chi preferisce la modalità “domestica” le tracce sono comunque disponibili.

Un caro saluto e un abbraccio
Don Paolo