Campeggio 1° Media – 2019

Sabato 29 giugno 48 ragazzi e ragazze di 1° media insieme a don Paolo, Monia, Vittorio, Samuel e agli educatori, Andrea, Giovanni, Pietro, PierFilippo, Teresa, Elena, Teresa, Noemi e Benedetta, sono partiti anche loro alla volta di Pera di Fassa

Sicuramente una bella opportunità di crescita educativa e di fede. Alcuni giorni di vita comune fatti di ingredienti semplici: passeggiate, gioco, preghiera condivisa, attività di gruppo. Giorni per scoprire la presenza di Dio nella bellezza del Creato e sul volto degli amici.

Buon campeggio a TUTTI !!

LORAX

“A meno che uno come te non ci tenga molto, niente andrà meglio o sarà risolto!”

Dio è talmente immenso, inafferrabile e misterioso che abbiamo bisogno di immaginarcelo come una persona e, di solito, commettiamo l’errore di associarlo ad una figura forte, potente, che conosce e può tutto, che ha dei poteri magici. Ma non è così. Gesù disse: “Chi ha visto me ha visto il Padre”. Gesù è un uomo povero (non possiede nulla, neppure una casa), mite, pieno di amore verso Dio e verso gli uomini e le donne bisognose, perché riconosce per primo l’amore che Dio ha noi. I miracoli che ha compiuto sono innanzitutto gesti d’amore nei confronti di persone che avevano bisogno di essere guarite nel cuore, prima ancora che nel corpo. E miracolo significa innanzitutto cosa, gesto meraviglioso. Straordinario nei suoi effetti, perché dona nuova vita, ma semplice nelle modalità, nei contenuti. A volte basta una carezza, un sorriso per ridonare felicità ad una persona. Basta un piccolo seme per far nascere un germoglio e poi una pianta, che a sua volta potrà generare altre piante. Ma occorre scegliere di seminare, per poter poi raccogliere, come recita il testo della canzone finale del film. Anche Gesù ha scelto come spendere la propria vita, come e a chi seminare il bene, sapendo che non tutti i semi avrebbero portato frutto, ma che quella era l’unica strada per rendere visibile a tutti l’amore del Padre, trasmettendolo di generazione in generazione. Scegliere di non prendersi cura della natura significa impedire ai nostri figli, a chi verrà dopo di noi, di fare un bagno nel mare pulito, di respirare aria pura, di godersi la bellezza di un paesaggio, di fare una passeggiata in un bosco, di mangiare cibi sani e non avvelenati. Significa condannare tanti paesi poveri a condizioni di vita disumane per sostenere i nostri livelli di consumo. Un seme non è solo un seme e un ragazzo non è solo un ragazzo. Non conta ciò che è, ma ciò che può diventare. Partendo da oggi, con un piccolo gesto che può cambiare il nostro futuro e quello di tutti. San Francesco diceva: “Comincia col fare ciò che è necessario, poi il possibile e all’improvviso vi sorprenderete a fare l’impossibile”.

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 13, 31-32)
Poi Gesù raccontò un’altra parabola: “Il regno di Dio è simile a un granello di senape che un uomo prese e seminò nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, quando è cresciuto, è più grande di tutte le piante dell’orto: diventa un albero tanto grande che gli uccelli vengono a fare il nido tra i suoi rami”