La Pieve
Parlare della Pieve è facile, la cosa più difficile è “fare” Pieve, e siccome è difficile e richiede lavoro, è proprio questo il traguardo a cui tendere. Dobbiamo passare dalla cultura del Cristiano che si ferma alla Messa della domenica, a quella di chi si sente parte attiva della comunità tutti i giorni e ogni ora del giorno. In questo senso è fondamentale che nelle nostre parrocchie ci sia il più ampio coinvolgimento di persone nella comunicazione, nella condivisione delle idee e delle risorse, e nella collaborazione alla vita delle comunità. Essere parte della Pieve significa unire i nostri doni, camminare in un orizzonte di fede, condividere strutture e spazi per crescere insieme e soprattutto per crescere i nostri figli in un ambiente volto a coltivare e trasmettere i valori e le virtù della vita cristiana. Valori e virtù trascurati o calpestati dall’arrivismo e dall’indifferenza, in una società dove spesso le persone hanno peso per tutto all’infuori e non per il loro altruismo e dove l’apparenza distoglie l’attenzione dalla realtà e fa dimenticare che siamo tutti bisognosi di comprensione e di amore. Ecco perché è fondamentale “fare” Pieve, ecco perché è importante collaborare alla creazione di una comunità dove la persona è al centro e dove ci sia rispetto per l’identità di ciascuno. Il mese di dicembre è particolarmente denso di incontri, improntati tutti agli auguri di Natale. Ma quel Natale, che si festeggia il 25 dicembre di ogni anno, dovrebbe essere vissuto e festeggiato, ogni giorno dell’anno, perché il Santo Natale è anche il nascere quotidiano alla vita. Non dobbiamo aspettare un giorno particolare per essere Cristiani, ogni giorno per noi deve essere la festa di Natale, ogni giorno siamo chiamati ad essere con Cristo, ogni giorno siamo chiamati a servire come ci ha insegnato il Signore.