JANO – S.Maria Annunziata

La chiesa di Iano s’innalza su un alto terrazzamento paleolitico sulla sponda sinistra del Tresinaro, sotto le pendici di Figno.

La sua struttura definitiva è dell’inizio del XX secolo. Le sue linee architettoniche si stagliano chiare e lineari sullo sfondo delle colline in tutta la loro bellezza e non passano inosservate a chi transita sulla provinciale. La facciata, nitida e slanciata, si presenta a capanna con frontespizio superiore sorretto da lesene angolari. L’alto portale centrale è sormontato da una finestra semicircolare, che illumina l’unica navata. Sul lato settentrionale, un poco discosto, si eleva invece il campanile terminante con una cella campanaria a bifore.

La chiesa di Iano è molto antica. Ce lo attesta un Diploma di Lotario III del 1137.

Pur facendo parte del Plebanato di Fogliano, era soggetta al Monastero di San Prospero. La scelta dei rettori spettava all’Abate e nell’Archivio del monastero si trovavano atti di nomina fino al 1487.

Tra le pergamene benedettine è emerso il nome del primo parroco, “Dompnus Guido Monarius de Aljano” (1179-1191). Nel 1538, quando, per cause ignote, il Plebanato di Fogliano, spogliato di tutti i suoi privilegi, passò a Borzano, dominio dei Manfredi, la chiesa di Iano, rientrò nell’ambito diocesano, divenne di libera collazione e il vescovo di Reggio elesse rettore il conte don Taddeo Manfredi. La chiesa, lasciata nelle mani di un cappellano, decadde in condizioni precarie e nel 1543 il vescovo ordinò le necessarie e improrogabili riparazioni. Una iscrizione su un blocco di pietra ci confermerebbe la costruzione della torre il 5 giugno 1521, mentre nel1573 fu acquistato un vecchio ospitaletto nei pressi della chiesa e fu trasformato in canonica.

Nel 1609 il vescovo ”mandavit eam (la chiesa) ornari ac bene mundari” e di restaurare la canonica “dirutam”.

Il Codice Marliani del 1663 ci presenta la chiesa di piccole dimensioni con una sola navata a volto, due altari, un coro poligonale rivolto verso il Tresinaro e sulla torre una sola campana.

Sopra alla porta della chiesa “per di fuori”, nel 1709, vi era dipinta la Santissima Annunciata.”
“Per aver egli fatti restauri alla sua chiesa o per altri meriti” il vescovo premiò con il titolo di prevosto il rettore Bernardino Corradini, il 23 novembre 1742.

Don Braglia, nel 1804, volle dotare la chiesa di tre nuove campane, rifondendo le vecchie.

Nel 1834 don Gianandrea Bimbi di Fontanaluccia iniziò una serie di restauri alla canonica. Continuò con la chiesa don Giovanni Ghirelli, aiutato dal benefattore N. U. Sig. G. Battista Spalletti di Reggio. Nel 1846 attuò “l’innalzamento delle pareti e volto della sala della chiesa per braccia cinque e mezzo d’altezza, fu altresì nell’anno 1848 messa in mezzo, allargata e innalzata la porta maggiore della chiesa e indi nel 1849 fu da fondamenta eretta la camera delle Confraternite con l’aiuto di Carlo Vinceti e Antonio Spallanzani”.

Il presbiterio non subì modifiche, ma venne dotato di “un coro di noce nuovo con schienali, sedili e inginocchiatoi.”

Nel 1855 si sviluppò anche a Iano il “colera morbus”, che mieteva tante vittime. Il prevosto don Ghirelli, insieme ai suoi fedeli, per ottenere la fine dell’epidemia, fece voto a San Sebastiano di dedicargli una statua e di celebrare solennemente la sua festa ogni anno in autunno. Nel 1857 era pronta la statua realizzata dallo scultore modenese Alessandro Cavazzi. Nel 1858 venne dotata di un organo preso a Massenzatico.

Anche don Ercole Casini fu un grande restauratore della chiesa di Iano.
Eletto prevosto nel 1882, cercò fin dall’inizio di abbellire e curare la chiesetta ristrutturata da don Ghirelli, ma col passare del tempo si rese conto che la parrocchia aveva bisogno di una chiesa più grande ed adeguata.

Finita la fase progettuale, partì deciso alla realizzazione dell’opera.

“Tra i vari progetti fatti studiare in ordine alla ricostruzione di questa chiesa parrocchiale di Iano, – scriveva don Casini il 5 agosto 1900, – venne scelto e ultimamente approvato dalla Prefettura di Reggio Emilia quella del Sig. Ing. Venerio Zuccoli”. La vecchia chiesetta cedette sotto i colpi dei picconi e man mano che i lavori, procedevano mutava aspetto. La facciata fu portata ad oriente verso il Tresinaro, prospiciente l’antico percorso stradale della montagna, la navata “fu allargata in parte e allungata da dirsi quasi fatta nuova di pianta”. Fu costruito un’abside semicircolare e il presbiterio fu chiuso da una balaustra di legno e il coro con i suoi scranni e inginocchiatoi. Al centro fu costruito un nuovo altare, affiancato ai lati da due piccoli ambienti aperti, sovrastati dalle cantorie. Nel 1902 partì la riedificazione del campanile con la collocazione delle sue campane.

Don Francesco Branchetti di Borzano, che resse, per quasi cinquant’anni, con amore e dedizione la parrocchia di Iano, fu attento alla conservazione e al risanamento dei beni ecclesiastici. ”Nel 1920 restaurò la canonica, alzandola in parte e prolungandola e nel 1921 rifece la lanterna della torre e abbellì la facciata della chiesa”.

Diffuse la devozione al Sacro Cuore e fece erigere, nel 1930, “un tempietto votivo con la sua statua sulla parete destra della chiesa e sistemò la cappella di S. Sebastiano”. Costruì anche “una nuova aggiunta alla canonica, consistente in una stalletta che serviva per i bassi usi di casa”.

Negli ultimi anni gli fu vicino don Ettore Maseroli di San Giovanni di Querciola, che gli successe come parroco. A lui dobbiamo la nuova casa colonica del beneficio parrocchiale, il restauro dell’altare maggiore, eseguito da Tarasconi Rainardo, e la statua lignea di San Sebastiano, opera dello scultore F. Prinoth di Ortisei. Passato nel 1969 a Masone, lasciò la parrocchia a don Battista Del Monte di Cadiroggio. Egli provvide ad una nuova pavimentazione della chiesa in cotto impruneta e alla costruzione dell’ampia canonica. Con la morte di don Francesco Costi la chiesa passò sotto la Pieve di Scandiano.