Pensiero sulle letture del 21 aprile

Prima Lettura

Dagli Atti degli Apostoli (At 4,32-37)
La moltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuore solo e un’anima sola e nessuno considerava sua proprietà quello che gli apparteneva, ma fra loro tutto era comune.
Con grande forza gli apostoli davano testimonianza della risurrezione del Signore Gesù e tutti godevano di grande favore.
Nessuno infatti tra loro era bisognoso, perché quanti possedevano campi o case li vendevano, portavano il ricavato di ciò che era stato venduto e lo deponevano ai piedi degli apostoli; poi veniva distribuito a ciascuno secondo il suo bisogno. Così Giuseppe, soprannominato dagli apostoli Bàrnaba, che significa “figlio dell’esortazione”, un levìta originario di Cipro, padrone di un campo, lo vendette e ne consegnò il ricavato deponendolo ai piedi degli apostoli.

Salmo Responsoriale

Dal Salmo 92
Il Signore regna, si riveste di maestà.

Il Signore regna, si riveste di maestà:
si riveste il Signore, si cinge di forza.

È stabile il mondo, non potrà vacillare.
Stabile è il tuo trono da sempre,
dall’eternità tu sei.

Davvero degni di fede i tuoi insegnamenti!
La santità si addice alla tua casa
per la durata dei giorni, Signore.

Vangelo

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 3,7-15)
In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall’alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito».
Gli replicò Nicodèmo: «Come può accadere questo?». Gli rispose Gesù: «Tu sei maestro di Israele e non conosci queste cose? In verità, in verità io ti dico: noi parliamo di ciò che sappiamo e testimoniamo ciò che abbiamo veduto; ma voi non accogliete la nostra testimonianza. Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo? Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna».
 
 

Il Vangelo di oggi è la seconda parte del discorso di Gesù a Nicodemo, di cui ieri abbiamo ascoltato l’inizio.
Il dialogo tocca l’apice quando Gesù parla di una necessità:
“E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna”
Questo innalzamento di cui parla si riferisce al momento in cui Gesù sarà posto sul “trono” della croce, un evento necessario affinchè gli uomini credano e abbiano la vita eterna.
Per comprendere la portata di questo evento salvifico, Gesù fa riferimento a un episodio contenuto nell’Antico Testamento, che già abbiamo ascoltato in quaresima: il popolo di Israele durante l’esodo nel deserto, a causa della mormorazione, viene colpito da serpenti velenosi che causavano la morte. Chi guardava al serpente di bronzo innalzato da Mosè veniva guarito, ottenendo una nuova possibilità di vita.
È necessario posare lo sguardo sulla croce per vedere ed entrare nel regno di Dio: quella è la porta.
Davanti alla croce possiamo finalmente conoscere le “cose del cielo”: Dio che è disposto a dare tutto per noi.
Posiamo lo sguardo su di essa, uno sguardo rinnovato dalla Pasqua, cioè che sa cogliere nell’evento della croce, la via per accedere alla vita.
Anche noi, come Nicodemo, possiamo lasciarci toccare dalle parole di Gesù, ricercare la sapienza, la vita custodita nel Vangelo e iniziare il nostro cammino pasquale di rinascita dall’alto…
….io sono la via, la verità e la vita (Gv 14,)
…beati i miti (Mt 5,5)
…accumulate invece per voi tesori in cielo (Mt 6,20)
…perdonate di vero cuore al vostro fratello (Mt 18,35)

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