Pensiero sulle letture del 29 maggio

Prima Lettura

Dalla Atti degli Apostoli (At 25,13-21)
In quei giorni, arrivarono a Cesarèa il re Agrippa e Berenìce e vennero a salutare Festo. E poiché si trattennero parecchi giorni, Festo espose al re le accuse contro Paolo, dicendo:
«C’è un uomo, lasciato qui prigioniero da Felice, contro il quale, durante la mia visita a Gerusalemme, si presentarono i capi dei sacerdoti e gli anziani dei Giudei per chiederne la condanna. Risposi loro che i Romani non usano consegnare una persona, prima che l’accusato sia messo a confronto con i suoi accusatori e possa aver modo di difendersi dall’accusa.
Allora essi vennero qui e io, senza indugi, il giorno seguente sedetti in tribunale e ordinai che vi fosse condotto quell’uomo. Quelli che lo incolpavano gli si misero attorno, ma non portarono alcuna accusa di quei crimini che io immaginavo; avevano con lui alcune questioni relative alla loro religione e a un certo Gesù, morto, che Paolo sosteneva essere vivo.
Perplesso di fronte a simili controversie, chiesi se volesse andare a Gerusalemme e là essere giudicato di queste cose. Ma Paolo si appellò perché la sua causa fosse riservata al giudizio di Augusto, e così ordinai che fosse tenuto sotto custodia fino a quando potrò inviarlo a Cesare».

Salmo Responsoriale

Dal Salmo 102
Il Signore ha posto il suo trono nei cieli

Benedici il Signore, anima mia,
quanto è in me benedica il suo santo nome.
Benedici il Signore, anima mia,
non dimenticare tanti suoi benefici.

Perché quanto il cielo è alto sulla terra,
così la sua misericordia è potente su quelli che lo temono;
quanto dista l’oriente dall’occidente,
così egli allontana da noi le nostre colpe.

Il Signore ha posto il suo trono nei cieli
e il suo regno dòmina l’universo.
Benedite il Signore, angeli suoi,
potenti esecutori dei suoi comandi.

Vangelo

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 21, 15-19)
n quel tempo, [quando si fu manifestato ai discepoli ed] essi ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli».
Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore».
Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse “Mi vuoi bene?”, e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi».
Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».
 
 

Oggi e domani sono gli ultimi giorni del Tempo di Pasqua e la liturgia ci propone la lettura del testo di Giovanni in cui è riportato il dialogo tra Gesù e Pietro, dopo l’apparizione e la pesca miracolosa nel Mare di Tiberiade.
Ascoltando il testo del Vangelo di oggi siamo portati a fare diversi collegamenti con altri racconti del Vangelo di Giovanni: l’invito fatto a Pietro di pascolare e pascere le sue pecore ci rimanda al discorso di Gesù sul Buon Pastore;
la triplice domanda posta da Gesù a Pietro richiama il triplice rinnegamento di Pietro stesso;
l’invito a seguirlo ricorda la chiamata dei primi discepoli.
Siamo di fronte a un testo che sembra fare sintesi e portare a compimento la narrazione giovannea, tuttavia senza chiudere la narrazione: la nostra immaginazione è sollecitata ad immaginare una continuità.
A Pietro è anticipato un tempo nuovo: ora potrà vivere con tutto se stesso la fedeltà a Gesù dando gloria a Dio con la sua vita nella forma del dono, del pascere, del prendersi cura del “gregge” a lui affidato, cioè dei credenti in Gesù. È il tempo in cui cominciare a dare forma al comandamento del Signore: Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi. Questo è il mio comandamento, che vi amiate gli uni gli altri.
Quello che Pietro ha davanti a sé è il tempo in cui si realizzerà il suo desiderio prematuro espresso al capitolo 13: Simon Pietro gli disse: “Signore, dove vai?”. Gli rispose Gesù: “Dove io vado, tu per ora non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi”.
Il Vangelo termina con l’esortazione di Gesù: Seguimi!
Da quel momento inizia il tempo della sequela: è un’azione continua in cui non cesserà mai la comunione del discepolo con il suo Signore; quello che sembrava una fine diventa un nuovo inizio che avrà un suo compimento, la conformazione totale a Gesù: “quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi”
Sarà in quel momento che sperimenteremo la pienezza della comunione con il Padre e con il Figlio nello Spirito Santo e ci torneranno in mente le parole di Gesù: “io non sono solo, perché il Padre è con me”

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