Incontro con don Gabriele Burani, missionario in Amazzonia

Domenica 27 ore 17.30 in Santa Teresa: Incontro aperto a tutti con don Gabriele Burani, missionario in Amazzonia.

Don Gabriele Burani è rientrato dall’Amazzonia e vi tornerà tra circa un mese.
Questa lettera riassume l’attività missionaria  che, insieme a don Gabriele Carlotti , svolge in Amazzonia.

 

SANTO ANTONIO DO IÇÁ – AMAZONAS
Una sintesi.

La nostra diocesi di Reggio Emilia ha deciso di continuare la esperienza decennale di missione fuori dal nostro territorio dando disponibilitá alla diocesi di Alto Solimões in Brasile, stato di Amazonas, perché è sembrata una delle realtá piú povere (da tanti punti di vista) e piú bisognosa di aiuti.  Il vescovo ci ha chiesto di assumere la parrocchia di Santo Antonio do Içá perché i frati Cappuccini che da anni ne erano responsabili , avevano deciso di andarsene. E cosí, nel novembre 2019, don Gabriele Carlotti e don Gabriele Burani, scandianesi, sono approdati in questa  parrocchia amazzonica: una realtá totalmente nuova per tutti noi.  E la necessitá di mettersi in ascolto e adattarsi ad un contesto sociale, culturale e climatico molto diverso dal nostro occidentale- italiano.

Il numero di abitanti corrisponde circa al comune di Scandiano, sui 23-25 mila ( difficile dire cifre esatte perché l’ultimo censimento risale al 2010); metá abitano in cittá, gli altri nelle comunitá lungo i fiumi.  Il lungo fiume Içá che arriva in Brasile dalla Colombia e si getta sul Rio delle Amazzoni; la cittá si trova dove i due fiumi si incontrano; e la parrocchia si estende per i trecento kilometri di fiume fino al confine con la Colombia.
Abbiamo 8 comunitá cattoliche nella cittá, 25 lungo il Rio Içá e 3 sul Rio delle Amazzoni ( o Solimões); si tratta di uno dei municipi piú poveri del Brasile e con il piú basso indice di sviluppo umano (IDH); la maggioranza delle famiglie non ha un lavoro fisso e rientrano nei parametri di povertá ricevendo un sussidio dallo Stato in base al numero di figli. Sopravvivono pescando e lavorando la terra, con poco guadagno.
Le scuole ci sono, la istruzione è obbligatoria fino ai 17 anni, ma il livello è piuttosto basso. Nelle comunitá sui fiumi, gli insegnanti vanno alla scuola alcuni giorni, poi vanno in cittá per lo stipendio o altre attivitá, cosí che i giorni di lezione sono sempre pochi.

La nostra è una delle parrocchie con il maggior numero di chiese protestanti, con un gran numero di neopentecostali, e la chiesa della ‘Cruzada’, un gruppo religioso che si è diffuso in questa regione dagli anni ’60.  Non possiedo i numeri esatti, ma la impressione è che la chiesa cattolica sia numericamente in minoranza rispetto alle altre chiese, cresciute molto negli ultimi anni.  La nostra sofferenza é che è molto difficile o impossibile avere un dialogo con le altre chiese; noi cattolici siamo accusati di essere idolatri ( perché adoriamo i santi), i preti vengono dipinti come figure dalle quali stare alla larga…. Insomma una predicazione aggressiva e  non veritiera contro di noi che per ora ha creato muri impedendo un percorso ecumenico.
Abbiamo trovato varie comunitá cattoliche, e di questo rendiamo grazie; in genere con una impostazione devozionistica e individualistica, quindi il cammino che stiamo facendo è quello di annunciare la Sacra Scrittura, aiutare le comunitá a essere non solo luoghi di celebrazione liturgica, ma anche di formazione, di incontro, di attenzione ai piú poveri.  È un percorso lento perché certe sensibilitá sono una novitá per i nostri parrocchiani ma cerchiamo, con pazienza, di avviare processi utili per maturare nella fede e nello spirito comunitario.

La attivitá pastorale con le comunitá dei fiumi è sempre una grande sfida; avevano iniziato i frati cappuccini la missione lungo i fiumi, passando 2-3 volte l’anno, principalmente per amministrare i sacramenti: battesimo, matrimonio, eucaristia. Nella maggior parte, la vita cristiana si riduceva a questo, quindi quasi nessuna consapevolezza di che cosa significhi essere cristiani, far parte della Chiesa, vivere la fede in comunitá. La scelta è stata quella di visitare tutte le comunitá una volta al mese, di invitarli ad incontrarsi tra loro la domenica per celebrare il giorno del Signore. Don Gabriele Carlotti prepara i sussidi con le liturgie domenicali per aiutarli a celebrare. Qualcuno ha iniziato a incontrarsi la domenica per celebrare, ne siamo felici. In generale i processi di evangelizzazione sono molto lenti; ci sono ancora molte persone che non sanno leggere e anche chi frequenta la scuola non ha una grande formazione.
Seguire pastoralmente le comunitá sui fiumi significa uscire con la barca, rimanere fuori 8-10 giorni, ritornare in cittá per qualche giorno e ripartire.  Si vive sulla barca, che peró ha avuto una serie di problemi: ci sono state varie rotture con un bisogno costante di manutenzione, cambio di pezzi del motore; la difficoltá di trovare le persone che sappiano aggiustare, e di trovare i pezzi di ricambio ( in genere bisogna cercare a Manaus).
Oltre ad annunciare il vangelo e celebrare i sacramenti, abbiamo notato, paradossalmente, una carenza per quanto riguarda l’acqua potabile. L’acqua dei fiumi non è adatta per essere bevuta, e si diffondono cosí malattie. Si è pensato di donare, a chi giá non lo possiede, un serbatoio da 500 litri per raccogliere l’acqua piovana, che è pura. Un lavoro molto grande, decine e decine di famiglie ora hanno questa possibilitá.
Abbiamo poi avuto un momento significativo, alla fine di gennaio 2022, la prima assemblea della comunitá che sono sul fiume; li abbiamo invitati, per tre giorni; è stata una bella occasione per conoscere le persone di altre comunitá cattoliche, confrontarsi, e prendersi qualche impegno insieme. Hanno partecipato i rappresentanti di 14 comunitá, e per noi è stato un successo, visto che per loro è la prima volta che si fa questa esperienza.

Una novitá per la parrocchia è stata anche la creazione della Caritas; cerchiamo di animare i nostri cattolici sul versante della caritá, del servizio ai piú poveri, non solo come emergenza quando mancano alimenti ma per rendere piú autonome le famiglie.  Per ora solo poche persone si sono rese disponibili per questo servizio, proprio perché è una novitá ( solo da pochi mesi abbiamo iniziato) è deve maturare una sensibilitá caritativa. Ma siamo riusciti ad aprire un centro di ascolto due giorni la settimana, e fare qualche visita in casa delle famiglie; è giá un processo avviato positivo.

Tra le varie cose, voglio sottolineare una attivitá che abbiamo iniziato con ragazzi della parrocchia, in orario extra-scolastico: attivitá sportiva ( calcio, calcetto, karaté, capoeira, ju jitzu, pallavolo) e musicale ( chitarra e tastiera); molti ragazzi sono per strada, e spesso vittime della droga e la proposta di attivitá sportiva e musicale, con una finalitá educativa, possa aiutare la formazione di questi ragazzi. È un aiuto che diamo alla popolazione, e ci stiamo organizzando; nel mese di febbraio finiscono le iscrizioni e si va avanti con questa attivitá.  

Questa è una presentazione sintetica di qualche aspetto della nostra missione reggiana in Amazzonia; con le nostre lettere periodiche, per chi è interessato, teniamo aperta la comunicazione.

Don Gabriele Burani