AVVENTO 2022

Il tempo liturgico dell’Avvento ci dà la possibilità di vivere un mistero grande della nostra fede, l’incontro con il Signore che viene incontro all’uomo per portare vita, salvezza, speranza.
La parola di Dio ci consegna questa buona notizia:
il Verbo si è fatto carne,
venne ad abitare in mezzo a noi,
veniva nel mondo la luce vera,
un bimbo è nato per voi,
egli salverà il suo popolo dai suoi peccati,
sarà grande e verrà chiamato figlio dell’altissimo.
E noi abbiamo visto la sua salvezza,
luce per illuminare gli uomini.
L’Avvento ci ricorda che oggi è il giorno di questo incontro, oggi è il giorno della salvezza. Ora egli viene incontro a noi
in ogni uomo e in ogni tempo,
perché lo accogliamo nella fede
e testimoniamo nell’amore
la beata speranza del suo regno.
Come i magi, anche noi ci mettiamo in cammino per contemplare il Dono di Dio.
 

Ti suggeriamo di prenderti ogni giorno un po’ di tempo per la preghiera, cercando il silenzio e la calma. Puoi creare un luogo in cui tenere una candela da accendere e un segno di fede (può essere un’immagine di Gesù).
Ti consigliamo di iniziare la preghiera con un segno di croce e uno degli inni riportati di seguito; di leggere con calma i testi; alla fine puoi prolungare la tua preghiera in modo spontaneo, concludendo con il Padre nostro, l’Ave Maria.
Al termine della preghiera puoi invocare su di te e sulle persone che hai a cuore la benedizione di Dio con le parole:        

Ci doni la sua pace e ci benedica Dio,
grande nell’amore,
che è Padre, Figlio e Spirito Santo
.

Quarta  settimana di Avvento
Viene il Salvator sulla terra,
nasce la speranza nei cuori,
brilla nella notte una luce,
presto nascerà un bambino;
dal deserto un grido
giunge fino a noi:
“Preparate i vostri cuori al Signore”.
  Suscita, Signore, la pace,
donaci il tuo regno d’amore,
vedano le genti la luce,
lodino il tuo nome per sempre.
La tua sposa attende,
con sincera fede,
che dal Cielo presto ritorni.

Sabato 24 dicembre

Dal Vangelo secondo Luca  (1, 67-79)
In quel tempo, Zaccarìa, padre di Giovanni, fu colmato di Spirito Santo e profetò dicendo:
«Benedetto il Signore, Dio d’Israele,
perché ha visitato e redento il suo popolo,
e ha suscitato per noi un Salvatore potente
nella casa di Davide, suo servo,
come aveva detto
per bocca dei suoi santi profeti d’un tempo:
salvezza dai nostri nemici,
e dalle mani di quanti ci odiano.
Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri
e si è ricordato della sua santa alleanza,
del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre,
di concederci, liberati dalle mani dei nemici,
di servirlo senza timore, in santità e giustizia
al suo cospetto, per tutti i nostri giorni.
E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo
perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade,
per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza
nella remissione dei suoi peccati.
Grazie alla tenerezza e misericordia del nostro Dio,
ci visiterà un sole che sorge dall’alto,
per risplendere su quelli che stanno nelle tenebre
e nell’ombra di morte,
e dirigere i nostri passi
sulla via della pace».

Zaccaria è stato reso muto perché non ha creduto alla parola dell’angelo, all’onnipotenza di colui che gli faceva una promessa di paternità.
Ora, alla nascita del suo bambino, profetizza l’incontro con la fedeltà di Dio che cambia la direzione della vita e lo sguardo sulle cose.
Dopo la crisi, Dio lo ha reso capace di riconoscere la meraviglia che ha compiuto e che sta compiendo per la salvezza del suo popolo.
Con questo canto, Zaccaria invita anche noi a guardare le cose con lo sguardo di Dio e ci apre alla gratitudine per quanto compie in noi, per noi e tra di noi.
Dio tra poche ore non sarà più una promessa, ma sarà finalmente QUALCUNO DA INCONTRARE. È il volto di Gesù la vera terra promessa, il vero luogo dove ogni uomo può sperimentare la condizione di libertà.
Per riconoscere questo, facciamo silenzio e apriamo gli occhi del nostro cuore per ascoltare e accogliere il mistero che stiamo per celebrare e che viene a noi come il sole che sorge dopo una lunga notte. Grazie alla tenerezza e misericordia del nostro Dio, ci visiterà un sole che sorge dall’alto, per risplendere su quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra della morte.

In questi ultimi giorni di Avvento fino al giorno del Natale oltre al commento al Vangelo del giorno di seguito riportiamo un’omelia di fr. Adalberto Piovano, suddivisa in 4 parti, che ci può essere di aiuto nel vivere e celebrare il mistero della venuta di Gesù nel mondo e nella nostra vita.
Il mistero del Natale celebra questo misterioso scambio. La luce di Dio entra nella nostra notte e la nostra notte diventa luminosa. Come ci ricorda la tradizione patristica, il figlio di Dio nasce come Figlio dell’uomo, e noi rinasciamo come figli di Dio. A Natale siamo soliti scambiarci dei doni, ma il primo e fondamentale scambio è quello che noi viviamo con Dio stesso: noi doniamo al suo Figlio la nostra carne, e lui ci dona di rinascere come figli di Dio. Nella preghiera sulle offerte nell’eucaristia nella notte osiamo dire: “ti sia gradita, o Padre, la nostra offerta in questa notte di luce, e per questo scambio di doni trasformaci in Cristo tuo figlio, che ha innalzato l’uomo accanto a te nella gloria”. Questa invocazione è molto audace. Non si limita a chiedere di trasformare il pane e il vino nel corpo e nel sangue di Cristo, ma si spinge a chiedere che tutti noi siamo trasformati in Cristo, che tutti noi diventiamo un solo corpo, il corpo di Cristo, innalzato nella gloria del Padre. C’è di più: la preghiera chiede che questa trasformazione avvenga “per questo scambio di doni”. In forza cioè di un dono scambiato. C’è qualcosa che Dio offre a noi, c’è qualcosa che noi offriamo a Dio. Che cosa mai possiamo offrirgli? Dio, in Gesù, ci offre se stesso. Dunque anche noi siamo chiamati a offrire noi stessi. Nient’altro che noi stessi.

 

Scarica il Sussidio Avvento 2022
Questo sussidio può essere uno strumento utile per la preghiera nel tempo di Avvento, che si compirà con la celebrazione del Natale del Signore.
In esso troverai il vangelo del giorno, un commento e una preghiera preparati da diverse persone delle nostre comunità, una parte della lettera “Un cuor solo, un’anima sola” che il vescovo Giacomo ha scritto alla nostra diocesi ad inizio anno pastorale.
Buon cammino!
Le comunità della Pieve