PACE SU ISRAELE – Giornata di preghiera per la Pace

«Su te sia pace!»

Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
Amen
La pace, la carità e la fede da parte di Dio Padre e del Signore Gesù Cristo siano con tutti voi.
E con il tuo spirito.

In nome di chi?

In nome dell’innocente anima umana che Dio ha proibito di uccidere, affermando che chiunque uccide una persona è come se avesse ucciso tutta l’umanità e chiunque ne salva una è come se avesse salvato l’umanità intera.
In nome dei poveri, dei miseri, dei bisognosi e degli emarginati che Dio ha comandato di soccorrere come un dovere richiesto a tutti gli uomini e in particolar modo a ogni uomo facoltoso e benestante.
In nome degli orfani, delle vedove, dei rifugiati e degli esiliati dalle loro dimore e dai loro paesi; di tutte le vittime delle guerre, delle persecuzioni e delle ingiustizie; dei deboli, di quanti vivono nella paura, dei prigionieri di guerra e dei torturati in qualsiasi parte del mondo, senza distinzione alcuna.
In nome dei popoli che hanno perso la sicurezza, la pace e la comune convivenza, divenendo vittime delle distruzioni, delle rovine e delle guerre.
In nome della fratellanza umana che abbraccia tutti gli uomini, li unisce e li rende uguali.
In nome di questa fratellanza lacerata dalle politiche di integralismo e divisione e dai sistemi di guadagno smodato e dalle tendenze ideologiche odiose, che manipolano le azioni e i destini degli uomini.
In nome della libertà, che Dio ha donato a tutti gli esseri umani, creandoli liberi e distinguendoli con essa.
In nome della giustizia e della misericordia, fondamenti della prosperità e cardini della fede.
In nome di tutte le persone di buona volontà, presenti in ogni angolo della terra.
(Dal Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune, 3-5 febbraio 2019)

Preghiamo. O Dio, che con paterna bontà ti prendi cura di tutti, fa’ che gli uomini, che hanno da te un’unica origine, formino una sola famiglia e con animo fraterno vivano uniti nella pace. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
Amen.

Silenzio.

Dal libro del profeta Geremia

I miei occhi grondano lacrime notte e giorno, senza cessare, perché da grande calamità è stata colpita la vergine, figlia del mio popolo, da una ferita mortale. Se esco in aperta campagna,
ecco le vittime della spada;se entro nella città, ecco chi muore di fame. Anche  il profeta e il sacerdote si aggirano per la regione senza comprendere.
Hai forse rigettato completamente Giuda, oppure ti sei disgustato di Sion? Perché ci hai colpiti, senza più rimedio per noi? Aspettavamo la pace, ma non c’è alcun bene, il tempo della guarigione, ed ecco il terrore! Riconosciamo, Signore, la nostra infedeltà, la colpa dei nostri padri: abbiamo peccato contro di te.
Ma per il tuo nome non respingerci, non disonorare il trono della tua gloria. Ricordati! Non rompere la tua alleanza con noi.

 

In ascolto della tradizione islamica

Mia patria è la terra, il genere umano la mia nazione, l’uomo non è degno di sé stesso finché non l’avrà compreso.
Crederò contro tutti gli scetticismi alla fraternità umana: in questa fede trovo la mia forza.
Il sangue nutre la violenza, la violenza alimenta il sangue, il foco del sangue distruttore non si spegne con altro sangue, questo io credo.
La tirannia e l’oppressione scompariranno, improvvisa come un’eruzione brillerà la Verità luminosa, questo io credo.
Cadranno le catene dalle braccia e dalle spalle, le mani si stringeranno in una catena vivente. (Tevfik Fikret)

 

In ascolto della tradizione rabbinica

Un giorno Meher-Baba fece ai suoi discepoli questa domanda: “Perché le persone quando sono arrabbiate gridano?”.
I discepoli ci pensarono un istante poi risposero: ”Perché perdono la calma; per questo gridano”. “Ma perché gridare – ribadì il Maestro – quando l’altra persona ti sta vicino? Non le puoi parlare a bassa voce? Perché alzare la voce?”. I discepoli diedero altre risposte, ma nessuna di esse risultò soddisfacente al Maestro.
Alla fine Meher-Baba spiegò: “Quando due persone sono arrabbiate i loro cuori si allontanano molto. Per coprire la distanza dei cuori si mettono ad urlare per sentirsi più vicini; e più sono arrabbiate, più gridano per superare la loro distanza”.
Il Maestro chiese poi: “E che cosa succede quando due persone si innamorano? Non gridano, parlano dolcemente, perché i loro cuori sono molto vicini. La distanza è ridottissima. E tanto più si amano tanto più non parlano, ma sussurrano e si guardano negli occhi. Alla fine non hanno neppure bisogno di lunghi discorsi. Il loro stesso cuore parla. Avviene questo quando due persone si amano”.
Concluse Meher-Baba: “Quando discutete non lasciate che i vostri cuori si allontanino; non dite parole che aumentino la distanza. Così facendo, infatti, potreste alla fine diventare incapaci di riavvicinarvi. Abbracciatevi, invece, guardandovi negli occhi e state vicini, tenendovi per mano e stringendole forte. E’ questo il modo per superare le distanze”.

 

In ascolto della tradizione islamica

Voglio chiamarti sulle montagne, in mezzo alle rocce, insieme al canto degli uccelli nei luoghi abitati.
Voglio gridare il tuo Nome nel profondo del mare, insieme ai pesci, nelle silenziose pianure con le gazzelle.
Voglio gridare il tuo Nome, come l’innamorato che delira chiamando l’amata.
Voglio gridare il tuo Nome nei cieli, insieme a Gesù, sul monte Sinai vicino a Mosè, accanto a Giobbe lo sventurato, accanto a Giacobbe piangente, a Maometto tuo amico.
Voglio ripetere il tuo Nome, quando ti ringrazio e ti glorifico, quando ripeto i tuoi attributi con il brano dell’unità.
Ebbro, piedi e testa nudi, voglio gridare il tuo Nome.
Voglio gridare il tuo Nome, nelle lingue degli uomini, come le colombe che tubano, nel canto dell’usignolo, nell’invocazione di chi ti ama e t’invoca, voglio gridarti: mio Dio! (Yunus Emré)

 

SALMO 72

Venga Signore il tuo Regno di giustizia e di pace 
O Dio, affida al re il tuo diritto, al figlio di re la tua giustizia; egli giudichi il tuo popolo secondo giustizia e i tuoi poveri secondo il diritto.
Venga Signore il tuo Regno di giustizia e di pace
Le montagne portino pace al popolo e le colline giustizia.
Ai poveri del popolo renda giustizia, salvi i figli del misero.
Venga Signore il tuo Regno di giustizia e di pace
Nei suoi giorni fiorisca il giusto e abbondi la pace, finché non si spenga la luna.
E dòmini da mare a mare, dal fiume sino ai confini della terra.
Venga Signore il tuo Regno di giustizia e di pace
Il suo nome duri in eterno, davanti al sole germogli il suo nome. In lui siano benedette tutte le stirpi della terra e tutte le genti lo dicano beato.
Venga Signore il tuo Regno di giustizia e di pace

Alleluja

Dal Vangelo secondo Matteo

Vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
“Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. Beati i miti, perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti perseguitarono i profeti che furono prima di voi.”

Alleluja

Silenzio

In ascolto della tradizione francescana

Frate Francesco arrivò un giorno ad Arezzo, mentre tutta la città era scossa dalla guerra civile e minacciava prossima la sua rovina. Il servo di Dio venne ospitato nel borgo fuori città, e vide sopra di essa demoni esultanti, che rinfocolavano i cittadini a distruggersi fra di loro. Chiamò frate Silvestro, uomo di Dio e di ragguardevole semplicità, e gli comandò: «Va’ alla porta della città, e da parte di Dio Onnipotente comanda ai demoni che quanto prima escano dalla città». Il frate pio e semplice si affrettò ad obbedire, e dopo essersi rivolto a Dio con inno di lode, grida davanti alla porta a gran voce: «Da parte di Dio e per ordine del nostro padre Francesco, andate lontano di qui, voi tutti demoni!». La città poco dopo ritrovò la pace e i cittadini rispettarono i vicendevoli diritti civili con grande tranquillità. Più tardi parlando loro, Francesco all’inizio della predicazione disse: «Parlo a voi come a persone un tempo soggiogate e schiave dei demoni. Però so che siete stati liberati per le preghiere di un povero». (Memoriale nel desiderio dell’anima, FF 695)

Preghiamo
O Dio, creatore del mondo, grande è il tuo nome su tutta la terra: ascolta benigno la nostra preghiera e concedi serenità ai nostri giorni. Fa’ che il desiderio della riconciliazione sia più forte di ogni sentimento di avversità e di odio. Allontana dall’umanità orrori e lacrime di guerra, perché nel mondo la tua pace sia luogo di accoglienza e benedizione fraterna per tutti e per ciascuno.

Per Cristo nostro Signore.

Amen

 Scarica la preghiera